Stefano Viviani di Filca Cisl Toscana - Lucca interviene sul tema della sicurezza sul lavoro chiedendo più cultura, più controlli e più responsabilità.
"A pochi giorni dalla festa dei lavoratori - esordisce -, ci troviamo ancora una volta a dover commentare episodi gravissimi sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. Un operaio ha perso la vita a Carrara. Altri tre lavoratori sono rimasti feriti a Forte dei Marmi, uno dei quali è in condizioni critiche, a causa del crollo di un solaio. E un giovane di appena 26 anni è precipitato da un'altezza di cinque metri a Capannori".
"È inaccettabile che il lavoro, strumento di dignità e di realizzazione personale, continui a trasformarsi in un fattore di rischio per la vita - denuncia Viviani -. Non possiamo più limitarci all'indignazione. Serve una risposta sistemica, concreta, culturale. Serve un cambio di passo".
"Come Filca Cisl Toscana – Lucca - dichiara il rappresentante sindacale -, chiediamo con forza: un rafforzamento immediato dei controlli, potenziando il personale ispettivo e le dotazioni tecniche; un investimento strutturale in formazione continua sulla sicurezza, che non si riduca a burocrazia o corsi di facciata; l'estensione della "patente a crediti" a tutti i settori produttivi, non solo all'edilizia".
"Cos'è la "patente a crediti"? - spiega - Attualmente obbligatoria solo nel settore edile, si tratta di un sistema che assegna a ogni impresa una dotazione iniziale di 30 crediti. In caso di violazioni delle norme di sicurezza, i crediti vengono decurtati. Se si scende sotto una certa soglia (15), l'impresa non può più operare nei cantieri pubblici e privati. Uno strumento efficace, che responsabilizza le imprese e stimola il rispetto delle regole. Estendere questo sistema a tutti i comparti—dall'agricoltura alla logistica, dall'industria al terziario—significherebbe rendere la prevenzione un criterio di competitività, e non un costo da abbattere".
Ma c'è di più: "Serve una cultura della sicurezza che parta dalla scuola, entri nelle imprese, coinvolga i lavoratori e le famiglie - aggiunge Viviani -. Serve una rete di prevenzione che tenga insieme controlli, formazione, premi e sanzioni. E serve che ognuno faccia la propria parte: imprese, lavoratori, istituzioni, associazioni".
"La sicurezza non è un costo - conclude -. È un valore, un diritto e una misura della civiltà di un paese".